DJI MAVIC MINI: il nuovo piccolo gioiello!
Nonostante gli anni passino, eccoci qui a recensire un prodotto della Casa di riferimento per tutti i droni, la cinese DJI, leader indiscusso di questo settore. Il nuovo insettone volante è stato presentato ufficialmente lo scorso Ottobre, calcando fortemente la mano su 2 sue caratteristiche: l’autonomia (davvero eccezionale) e le prestazioni di volo (ottime pure quelle!).
Vediamo cosa promette sulla carta la DJI:
- Il DJI Mavic Mini con soli 250 grammi è leggero (forse quasi come uno smartphone), questo lo colloca nella categoria di droni leggeri sotto i 250 grammi e nella fascia “sicura”, che non necessità della registrazione dell’aeromobile per l’abilitazione al volo.
- Mavic Mini realizza foto aeree da 12 MP e video QHD con risoluzione a 2,7K. Il suo gimbal con motorizzazione sui tre assi stabilizza perfettamente la fotocamera e garantisce riprese di ottima nitidezza e molto fluide .
- Il suo radiocomando (dedicato) realizza un collegamento video in alta definizione e con bassa latenza raggiungendo circa 2 km di distanza. Gli stick di controllo sono rimovibili e possono venire comodamente custoditi all’interno del radiocomando per una migliore praticità nel trasporto.
- Il peso ridotto permette al Mavic Mini di restare in volo ben più a lungo rispetto ad altre fotocamere aeree della concorrenza. I voli durano quasi fino a trenta minuti con una batteria completamente carica.
- Scatti nitidi e realistici sempre a disposizione, grazie ai “QuickShot” Mavic, come il “Dronie”, “Cirle”, Spirale e Ascesa. Selezionando lo “QuickShot” il Mavic Mini eseguirà un movimento impostato precedentemente e durante la registrazione del video. Possibile, ovviamente, condividere subito le immagini e i video sui social per mostrarle agli amici.
- Modalità “CineSmooth”, movimenti più fluidi del drone per avere composizioni davvero cinematografiche. Rallenterà la velocità di Mavic Mini per inquadrature più precise e più stabili. Questa modalità è anche particolarmente utile per i voli in spazi stretti o più complessi.
- Nuova APP “DJI Fly”
Ma esaminiamolo più da vicino..
CONFEZIONE
La versione da noi recensita è la COMBO, cioè la più completa e comprende:
- Mavic Mini
- Radiocomando
- Borsa rigida in tessuto sintetico
- 2 batterie aggiuntive
- Caricabatterie multiplo con tre slot di ricarica
- Set eliche di scorta (4 coppie)
- Manuale d’istruzioni
- Cacciavite per il montaggio delle eliche
- Alimentatore con presa europea
- Cavetti USB per ricarica e per connessione al radiocomando
- Protezioni per le eliche, indicate per l’uso indoor
- Tutti questi accessori sono contenuti a loro volta all’interno di scatole più piccole, presenti nella confezione principale che segue il solito stile sobrio della DJI.
Ci sono delle novità: le batterie presentano un connettore completamente nuovo che noi non avevamo mai visto sui modelli DJI precedenti, anche il caricabatterie è diverso dal solito e a noi ricorda quelli presenti sugli smartphones.
Le batterie sono delle Li-ion, 2 celle da 2400mAh l’una, la DJI dichiara un’autonomia di volo di 30 minuti; ebbene, dalle nostre prove noi abbiamo raggiunto i 22 minuti di volo e con una carica residuale del 20%, quindi, anche se forse non si raggiungono 30 minuti esatti, il tempo di volo di questo drone è assolutamente da considerarsi OTTIMO.
Il settore “connettori USB” è il ben conosciuto che troviamo abitualmente nei prodotti DJI e può adattarsi alla maggior parte delle estensioni multimediali presenti ora in commercio: troviamo infatti il cavo micro-USB, type-C e lightning per dispositivi Apple.
L’altra novità (differente rispetto alle eliche abituali DJI) riguarda le eliche; per risparmiare peso utile, scompaiono le abituali eliche a sgancio rapido in favore di normali eliche da avvitare sulla cassa dei motori, (a tal proposito é presente tra gli accessori un piccolo cacciavite).
Le eliche al tatto sono sottilissime e sembrano molto fragili, le dimensioni sono da 4,2 pollici con un passo di 26, alle estremità sono presenti delle bande grigie ma non sono presenti le winglets come sulle ultime eliche del Mavic Platinum e Mavic 2. Comoda e davvero pratica è poi la borsa con maniglietta per trasportare il drone ma se l’avessero corredata anche di una cinghia a tracolla, sarebbe risultata anche migliore.
RADIOCOMANDO
Il radiocomando ricalca dimensioni e aspetto dei precedenti radiocomandi DJI nella serie Mavic, in questo caso specifico, a noi ricorda molto quello del Mavic Air: non troviamo però il comodo display centrale, manca, ahinoi, anche il tasto laterale con funzione di cambio di modalità di volo tra la “position” e la “sport” anche se abbiamo poi imparato come sia possibile commutarle direttamente dalla nuova APP.
Le antenne sono invariate, si possono inclinare e orientare secondo necessità, invariati sono anche i tasti on/off e “return to home”. Come visto la prima volta sul Mavic AIR, gli stick si possono svitare agevolandoci quindi, una migliore trasportabilità. Abbiamo però notato che stavolta gli stick sono in semplice plastica e non in lega!!
Come abbiamo già scritto, per controllare visivamente da remoto il DJI Mavic Mini, occorre uno schermo da smartphone; qui il sistema di alloggiamento dello è il solito, le pinze nella parte che andranno in contatto con le nostre mani presentano una superficie gommosa e porosa che aiuta parecchio il grip e dona una sensazione di solidità e buon controllo.
Tutta la qualità costruttiva e materiali rispettano la tradizione DJI che è sempre ottima! Notiamo che non è presente una seconda porta USB nella parte centrale e questa volta il cavetto che andrà a connettersi sullo smartphone non presenta l’anello che lo teneva in posizione sulla pinza; poco male: forse è pure più comodo così..
ASPETTO
Esteticamente, il nostro insettone volante mantiene le linee classiche del Mavic Pro, la parte frontale ricorda il muso di uno squalo, e le piccole due aperture ai lati ne fan sembrare gli occhi e verrebbe da pensare siano dei sensori anti ostacoli anteriori, invece no: purtroppo il Mavic Mini non è dotato di sensori anti ostacoli, neanche al posteriore e questo per limitare il peso.
Esaminando sistema di apertura dei braccetti, vediamo che è simile a quello delle precedenti relizzazioni Mavic: gli anteriori si aprono in orizzontale e i posteriori che girano su se stessi capovolgendosi in apertura. La colorazione è completamente in grigio chiaro, solo il gimbal e le eliche presentano una colorazione nera. La sensazione tattile che si prova nel maneggiarlo non è molto rassicurante, dando l’impressione di avere per le mani un oggetto delicato e fragile ma la realtà è fortunatamente ben diversa!
Nella parte ventrale del Mavic Mini troviamo i sensori a ultrasuoni e la piccola camera del sistema VPS, (per chi ancora non lo sapesse o se lo fosse dimenticato, sono necessari per mantenere sia la quota che la posizione fino a determinate altezze).
Il tasto di accensione è posizionato nella parte anteriore nei pressi del gimbal, le solite due pressioni del tasto per confermare l’accensione, presenti naturalmente, anche i classici led che indicano lo stato di carica della batteria. Quest’ultima viene posizionata all’interno di un apposito vano, accessibile tramite uno sportellino; una clip a incastro terrà la batteria nella corretta posizione, quindi non preoccupatevi troppo se lo sportellino vi sembrerà poco robusto.
Sempre nella parte posteriore del Mavic Mini possiamo notare lo slot per la micro SD e la porta USB per connettere il drone ad un PC, qui la DJI poteva sforzarsi di più perché troviamo infatti una normale micro-usb e non la più moderna type-C
Un ultimo sguardo lo dedichiamo al gimbal a tre assi: il 60% del successo dei Droni DJI votati alle riprese è forse riconducibile alla ottima qualità dei gimbal adottati, anche in questo caso il gimbal non è da meno poichè la stabilità delle immagini è davvero superlativa!
La videocamera a noi ricorda esteticamente l’Osmo pocket ma le dimensioni sono differenti e non sarà quindi possibile condividerne i filtri, sarà infatti necessario acquistarne degli appositi dedicati.
APP di comando
Anche qui una novità: è nuova e finalmente tradotta in italiano (!)
La schermata principale è abbastanza essenziale se paragonata alla più completa 2DJI GO 4”, di diverso notiamo la mancanza della barra orizzontale che si riduceva con il calare della percentuale batteria. Le informazioni telemetriche a disposizione sono invece le solite:
Modalità di volo: si può commutare tramite il touchscreen
Stato dei satelliti agganciati
Stato del collegamento radio
Percentuale carica della batteria con tempo residuo (ipotetico!)
Mantenimento e misura Altezza dal suolo e idem per la distanza dal punto di decollo.
La app DJI Fly ci offre inoltre l’accesso integrato a SkyPixel che è la piattaforma social per la condivisione di fotografie e video aerei.
Anche i settings generali sono limitati, troviamo quattro macro denominate:
Safety (Sicurezza)
Control (Controlli)
Camera
Transmission (Trasmissione)
SISTEMA DI TRASMISSIONE
Il nostro Mavic Mini utilizza il sistema di trasmissione FPV (rivisto e migliorato) del precedente Mavic AIR, questo sistema utilizza le frequenze WiFi 5.8ghz e 2.4ghz; purtroppo, viste le dimensioni ridotte di tutto il complesso, non è più presente il performante protocollo “Ocusync”
Il DJI Mavic Mini venduto sul mercato USA (FCC) a differenza del modello europeo utilizza solamente la frequenza 5,8ghz, con potenze ovviamente maggiori (e te pareva!) viste i limiti più ampi del certificatore FCC. Solitamente la DJI limitava le frequenze in base alla localizzazione, il modello era sempre uno e si adattava di volta in volta per rispettare i limiti di legge; questa volta invece i due modelli sono diversi proprio a livello hardware!
E’ presente anche la localizzazione per resettare le potenze ma un modello commercializzato per l’Europa non potrà assolutamente raggiungere le potenze di trasmissione del modello FCC. Noi di Genial Drone non possiamo però lamentarci: siamo infatti siamo arrivati a 2,5km dal punto del decollo iniziale e non abbiamo mai perso il contatto radio col drone; la frequenza utilizzata era la 2,4ghz europea. Da nostra impressione poteva andare anche oltre senza problemi ma non abbiamo voluto poi rischiare di non avere più una sufficiente carica residuale per il ritorno.
SETTORE AUDIO & VIDEO
il 4K viene considerato indispensabile e importantissimo per alcuni e (al tempo stesso) assolutamente non necessario per tanti altri. Il DJI Mavic Mini non registra in 4K ma in 2.7K 30fps, pare però che abbia lo stesso sensore Cmos del Mavic AIR: un Ambarella H22 che può gestire senza problemi il 4K e pure bitrate senz’altro più elevati degli attuali 40mbps presenti sul Mavic Mini.
Ovviamente la Casa ha deciso di limitarne volutamente le prestazioni per il Mavic Mini, scelta logica ovviamente poiché se il Mini avesse avuto anche il 4K, noi crediamo che ciò avrebbe decretato immediatamente la morte commerciale del Mavic AIR.
Il sensore CMOS Sony è un normale buon 1/2.3 e 12M pixels effettivi.
I setting disponibili sia nel reparto foto che in quello video sono abbastanza limitati; con le foto possiamo solo scegliere lo scatto singolo o lo scatto a intervalli di tempo regolari, utili per creare dei timelapse o hyperlapse, (i tempi variano da 2 secondi a 3, 5, 7, 10 e 15 secondi). Niente foto in RAW! Con i video, i settings permetteranno velocemente di cambiare risoluzione, 2.7k con 25 o 30fps e 1080P con 25, 30, 50 o 60fps.
Durante le nostre prove abbiamo registrato spesso alla massima risoluzione, (2,7K 30fps) quindi, la definizione è per noi molto buona, le resa cromatica rispetta abbastanza i colori reali anche se a volte tende a sovraesporre un po’: dovrete quindi prestare attenzione limitando l’esposizione ove necessario
Per noi di Genial Drone questa videocamera è azzeccatissima e ideale sia per tutti gli usi “social”, sia per la condivisione dei video su Youtube, etc.
Mancano vari settings manuali che potrebbero essere rimpianti dai più smanettoni dell’editing video ma potendosi realizzare buone riprese effettuate in condizioni di luce normali, si potranno ottenere dei risultati in post produzione che a nostro avviso potrebbero ingannare anche un occhio esperto.
MODALITA’ DI VOLO
Oltre alla classica “Position” abbiamo a disposizione la modalità Sport e la modalità “Cinesmooth”, tutte le modalità sono dotate di posizionamento assistito dal GPS e sensori VPS, cambiano però le risposte e velocità ai comandi, la Cinesmooth è ovviamente votata alle riprese rendendo il drone “morbido” per dei filmati fluidi e privi di movimenti bruschi.
Troviamo poi le modalità automatiche “QuickShots”
Queste ci consentono di acquisire automaticamente dei video dall’aspetto quasi professionale: il Drone in totale autonomia si occuperà di tutto, farà partire la registrazione video e seguirà in volo dei percorsi preimpostati mentre iol drone manterrà sempre le l’inquadrature verso il soggetto prescelto.
Possiamo scegliere tra: “Rocket”, “Dronie”, “Circle” ed “Helix”. In volo, nonostante il peso ridottissimo, il nostro Mavic Mini, anche in presenza di una certa brezza, è risultato parecchio stabile e non ci ha fatto assolutamente rimpiangere una struttura più massiccia.
CONCLUSIONI
Come al solito (e non ci stancheremo mai di ripeterlo) quando si valuta un drone si deve sempre tener conto di COSA ci si dovrà fare con lo stesso. Ebbene, se acquisterete il Mavic Mini per avere un drone leggerissimo, comodo e con grandissima qualità delle riprese, ebbene oggi è difficile trovare di meglio: difficile trovare dei difetti in un prodotto DJI, solo il prezzo a volte può sembrare parecchio elevato ma la tecnologia e la qualità si pagano!
Il nuovissimo Mavic Mini è davvero un sublimato della grandissima esperienza di DJI maturata in tutti questi anni, e’ quasi incredibile credere che pesi solo 249 grammi ma è così e si rimane piacevolmente sorpresi vedendo il nostro Mini volare in varie situazioni difficili anche in presenza di vento, rimanendo sempre stabile e sicuro nelle riprese!
La qualità volutamente limitata della camera potrebbe sembrare uno svantaggio, ma non dobbiamo dimenticare che si possono ottenere risultati davvero buoni con un editing successivo anche se è ovvio che non è un drone pensato per contenuti professionali.
Questo ottimo drone non ha i sensori anticollisione, è vero, ma noi di GenialDrone pensiamo che la loro mancanza non sia una tragedia: in fin dei conti questa macchina non è certo pensata per i principianti e non crediamo sia troppo difficile evitare di andare a impattare contro case o grossi ostacoli!
Il fattore peso è poi determinante, i regolamenti in questo momento sono in continua evoluzione ma per tutto il 2020 c’è una certezza per tutta l’Europa: sotto i 250 grammi non avremo bisogno dell’attestato di abilitazione “Patentino” o del transponder ENAC; questo aspetto quindi colloca il leggero Mavic Mini in un settore grandemente privilegiato C1! Promosso a pieni voti e diventa immediatamente il nostro drone di riferimento della sua fascia di prezzo e le sue funzioni!
- GRANDE QUALITA’ COSTRUTTIVA;
- AUTONOMIA;
- STABILITA’ IN VOLO;
- DISTANZA IN CAMPO APERTO;
- DIMENSIONI E PESO;
- STABILITA’ RIPRESE;
- QUALITA’ FOTO E VIDEO BUONA MA NON ECCEZIONALE PER IL PREZZO;
- APPLICAZIONE UN PO’ SCARNA;
- MANCANZA DI SENSORI ANTICOLLISIONE;
- POCHE OPZIONI DI VOLO;