YUNEEC TYPHOON-H
Una delle più recenti creazioni della nota casa cinese è un esacottero professionale con braccetti e carrello mobili e che si sta già guadagnando il suo meritato posto in questa fascia di droni professional o “prosumer”. Il colore è il nero dominante e non sono disponibili altre versioni. Al momento della nostra recensione, il Typhoon-H ha un prezzo di acquisto leggermente più basso del DJI Phantom 4 ma ovviamente sempre un prezzo consistente poiché queste sono macchine professionali.
La quasi similitudine fra i due droni comunque finisce qui poiché Il paragone con il Phantom non è molto fattibile: sono due droni molto differenti, il DJI è un quadricottero con dimensioni sensibilmente più contenute, lo Yuneec è un esacottero che garantisce grande stabilità e un funzionamento di sicurezza anche nel caso che uno dei motori decida di “prendersi una vacanza” durante il volo. Quindi, lo Yuneec non è certo una macchina economica ma in realtà diventa un prezzo perfettamente adeguato se si considerano tutti i fattori e le grandi performances di questo drone.
Acquistando il pacchetto “Typhoon-H Pro” riceverete una batteria aggiuntiva, lo zainetto per il trasporto e il telecomando “Wizard”.
VERSIONI:
Typhoon H Basic: 1499,00 €uro/listino
Typhoon H Expert: 1799,00 €uro/listino
Typhoon H Real Sense: 2199,00 €uro/listino
ASPETTO GENERALE ESTERNO:
Esaminando la sua confezione, notiamo subito una grafica molto moderna ed accattivante pur essendo essenziale e priva di roboanti grafiche “giocattolose”. La Yuneec preferisce dunque dare maggior risalto alla sostanza e già dalle foto e dalle scritte sulla confezione traspare bene ciò hce questa macchina è in grado di fare! Riprese video stabilizzate grazie al gimbal cardanico in 4K, foto a 12 MegaPixel, rotazione completa della videocamera a 360°, Video Downlink a risoluzione HD, schermo touchcreen da 7 pollici integrato nel suo fantastico radiocomando dedicato.
Tutto ciò è spiegato molto chiaramente e con totale comprensibilità già esaminando la sua scatola. All’interno dello scatolone troviamo una valigetta in robusto polistirolo di colore scuro, simile sicuramente a quelle usate da altre ditte concorrenti.
Il drone si trova posizionato con i braccetti dei rotori ripiegati verso il basso, quindi decisamente privo di inutili impicci se dobbiamo trasportarlo. Tutti i suoi accessori come le eliche, il radiocomando etc sono altrettanto bene posizionati e col massimo ordine, segno che la Yuneec non ha proprio voluto lasciare nulla al caso poiché questo è appunto un drone professionale e non si possono fare grossi errori, nemmeno nel packaging.
Dopo avere estratto la macchina dall’imballo e dal polistirolo (caratterizzato da ottime protezioni) occorrerà estendere i 6 braccetti su cui sono posizionati gli altrettanti rotori brushless a ridondanza e installare quindi le eliche. Nulla di complicato quindi, poiché il drone dispone di un efficace sistema di blocco-sblocco dei braccetti dal corpo centrale del drone e anche l’installazione delle eliche è davvero cosa molto semplice.
Una volta completati i passi precedenti sarà possibile procedere allo sbloccaggio del gimbal, porta telecamera che ha un suo appositi fermo e proseguire con l’ installazione della batterie di bordo nel suo apposito alloggiamento.
Attenzione!!! Importante!!!! : noi di Genial Drone abbiamo inserito la batteria sino a sentire un “click” iniziale e per noi era quindi tutto regolare ed a posto ma in realtà NON E’ COSI’: il drone sembra accendersi, ma non decollerete mai poiché la macchina non vi darà il consenso finale.
Dopo qualche perplessità ed un esame più approfondito, coadiuvato da inevitabili “moccoli” degni di un reparto di Alpini in astinenza di grappa, ci siamo accorti che la batteria NON era correttamente inserita come prescritto dal progetto Yuneec: la batteria va inserita con decisione e fino in fondo!
Una volta eseguito il corretto inserimento si potrà chiaramente udire durante l’operazione un DOPPIO “click” più consistente. Questa caratteristica è assolutamente VOLUTA dagli ingegneri Yuneec e serve ad evitare qualsiasi attivazione involontaria del drone. Se la batteria verrà quindi inserita correttamente, il nostro esacottero si attiverà nel modo previsto, altrimenti nisba!! Ed è giusto così.
IL RADIOCOMANDO:
Qui definirlo un semplice “radiocomando” per velivoli multirotore o per elicotteri è limitativo: ci troviamo di fronte ad un radiocomando progettato esclusivamente per un drone multifunzione, ad una vera e propria “ground station” per il pilotaggio e il controllo funzioni di bordo. La radio del Typhoon-H è denominata ST16. La radio funziona sulle frequenze dei 5,8GHz e ha una portata fino a 1,6 Km. Esteticamente è un capolavoro, caratterizzata da un display touchscreen da 7 pollici splendidamente integrato al centro del case.
Superiormente al dispositivo, sono presenti due antenne di tipo diverso che hanno la funzione di impartire i comandi e ricevere la telemetria e il flusso video Nell’angolo superiore sinistro troviamo anche un bottone rosso, davvero ben evidenziato e che serve per il decollo automatico ma che funziona anche da “terminatore di volo” poiché premendolo si spegneranno i motori all’istante. Per avere disponibili queste funzioni è giustamente necessario tenerlo premuto per alcuni secondi, sempre per evitare comandi non voluti dal pilota. Il radiocomando è altresì regolabile nelle curve degli esponenziali dando così la possibilità di regolare la risposta ai comandi del drone e adattarserlo secondo le proprie preferenze o doti di pilotaggio. Sempre ottima cosa.
COME VOLA?
Sia che il decollo venga effettuato mediante la pressione del bottone rosso presente sulla parte superiore del radiocomando, sia che venga eseguito “a mano”, il drone si muove in maniera molto decisa e veloce almeno sino a 1 metro da terra. A noi ricorda molto le caratteristiche del vecchio Q-500 (non più prodotto) Una volta in volo, la risposta ai comandi potrà essere docile e progressiva o decisamente aggressiva poiché, come abbiamo visto, è possibile modificarne la risposta tramite lo slider di destra con i diffusi simboli lepre & tartaruga, di facile interpretazione per chiunque per fare comprendere come risponderà il drone al movimento degli stick del radiocomando.
In fase di avanzamento costante, noi abbiamo notato che dopo qualche secondo, si ha una specie di “correzione”, come una piccola “frenata”, dopodiché riprende il proprio percorso senza incertezze. Questo stranissimo comportamento non è assolutamente fastidioso, ma noi non siamo riusciti a comprenderne la ragione ed è una caratteristica davvero inusuale. Mah…
Tralasciando questa stranezza, il volo del Typhoon-H è facile e davvero alla portata di tutti, questo esacottero ha generose dimensioni: lo si vede bene anche a qualche centinaio di metri e il suo orientamento non è un problema di cui preoccuparsi poiché ha la possibilità di configurarlo in “smart mode”, ovvero che i comandi verranno ricevuti (ed eseguiti) indipendentemente di dove venga considerata la posizione della prua.
Ma andiamo avanti con la nostra prova di volo.. In presenza di vento sostenuto, il drone dondola sensibilmente, come del resto faceva il vecchio Q-500 quando lo provammo un anno fa’. Questa caratteristica non influenza però neppure minimamente le riprese video poiché, anche osservandole attentamente non si nota il benchè minimo traballamento e sono assolutamente FERME grazie ovviamente al fantastico sistema di stabilizzazione del gimbal e ai anti vibrazioni.
ORA ATTERRIAMO!
L’atterraggio automatico, che si effettua portando verso il basso lo stick del gas, avviene discretamente, insomma non ci fa gridare al miracolo: noi troviamo poco simpatica la serie di piccoli “tentennamenti”, una volta che la macchina ha toccato il terreno. La stessa cosa la notammo con il Q500, qui è sicuramente meno accentuata ma a noi non piace granchè. Nota bene: la cosa non pregiudica minimamente la manovra di atterraggio ma è solo una caratteristica più che altro bizzarra!
Funzioni ulteriori: il “Return to Home” e “Obstacle Avoid”
In un drone professionale non possono ovviamente mancare funzioni quali il ritorno al punto di decollo e l’evitamento degli ostacoli. Il Return to Home, viene ovviamente eseguito mediante il calcolo della posizione del drone, ottenuto tramite i GPS, che sono presenti in ben due esemplari: uno a bordo del drone e l’altro nel radiocomando. Una volta che attiveremo la funzione di ritorno, la macchina volante Yuneec, raggiungerà speditamente la quota di sicurezza programmata (in caso si trovasse al di sotto della stessa) per poi partire con decisione verso il punto “Home”.
La precisione non è di per sé elevatissima: notiamo che arriva e atterra entro un massimale di 5/8 metri ma non certo per colpa del drone: dobbiamo infatti ricordare che lo scarto E’ VOLUTO per questioni di sicurezza antiterrorismo poiché il sistema GPS è una tecnologia americana MILITARE che dobbiamo solo ringraziare eternamente del fatto che è messa pure al servizio dei civili.
A proposito: noi abbiamo trovato un poco “ingiusta” l’impossibilità di moltissimi droni di disattivare momentaneamente la funzione “No Fly Zone” cioè il sistema che evita automaticamente di fare volare il drone in aree interdette ai civili, come ambasciate, zone militari, aeroporti, basi NATO e tutti quei luoghi in cui, effettuare voli con droni, farebbe rischiare in maniera presocchè certa l’incriminazione e l’arresto all’incauto pilota. Qualche fortunato, mediante opportune autorizzazioni, potrebbe certamente compiere voli e riprese video autorizzate in questi luoghi e allora sarebbe anche opportuno avere la possibilità di escludere la funzione di sicurezza.
Il sistema di evitamento degli ostacoli (Obstacles Avoid) è qui nelle capaci “mani” di due sensori a ultrasuoni posizionati nella parte anteriore della scocca del Typhoon-H. Stiamo ovviamente parlando di tecnologie che non sono certo funzionanti come i sonar di un sottomarino nucleare poichè i sensori ad ultrasuoni di questi droni non possono essere necessariamente molto sofisticati..
Ad esempio la funzione lavora maluccio in presenza di solo leggere fronde di alberi, reti metalliche di recinzione e altri oggetti poco “solidi” e quindi di più difficile identificazione da parte del microprocessore che analizza l’eco dalle onde sonore emesse. Però il sistema non avrà nessunissimo problema ad identificare ed evitare un pericolosissimo (e solidissimo!) muro di una casa. In questo caso, il Typhoon, anche se gli si impartirà il comando di avanzare, si rifiuterà categoricamente di farlo e rimarrà fermo nella sua posizione a circa un tre metri dall’ostacolo che ha rilevato.
Non appena l’ostacolo non sarà più sulla sua direzione di marcia, il drone tornerà ad obbedire al comando di avanzare. Per il Typhoon è però disponibile in opzione il sistema “Real Sense”, realizzato in collaborazione con Intel. E’ un sensore basato sulla tecnologia laser ad infrarossi, che esegue una scansione in tempo reale di tutto ciò che si trova davanti a lui durante il volo, costruendo una mappa visiva dell’ambiente e degli ostacoli e che interagendo con tutti i sistemi automatici di bordo. Durante il volo permette di evitare immediatamente ogni tipo di ostacolo, (incluse le persone), permettendo un volo più che sicuro ai fini della sicurezza persona.
Questo sensore rappresenta davvero una novità assoluta per tutto il settore droni, e lo Yuneec Typhoon-H, grazie al contributo di Intel, può vantare di averla. Diventa così il primo drone “intelligente” per ciò che riguarda la sicurezza del volo.
La videocamera di bordo e il sistema trasmissione video
Come abbiamo già visto, il radiocomando integra uno schermo touchscreen da ben 7 pollici, che permette di osservare agevolmente cosa sta inquadrando (ed eventualmente registrando) la videocamera installata sull’efficacissimo sistema ammortizzato e anti vibrazioni del Tyhpoon-H. Sempre dal radiocomando, tramite opportuna selezione di alcune levette sulla sua sinistra, fare eseguire al drone tutti i movimenti o con gli sliders laterali o con alcuni stick, dopo aver lasciato fermo in hovering il velivolo. Sempre con questi comandi è possibile, in caso di difficoltà, riportare la videocamera in linea con la prua del drone.
La qualità delle riprese della videocamera di cui è dotato questo drone (la CGO3+) è una camera dotata di sensore 1/2.3″ CMOS e 12,4 Mp e in grado di effettuare video fino a 4K in 30fps è davvero molto molto valida. Durante il nostro test, nonostante fosse purtroppo presente una certa brezza, abbiamo ottenuto immagine stabilissime! Stessa cosa per le foto: assolutamente perfette. Ad essere proprio dei certosini potremmo rilevare che le caratteristiche ottiche della camera potrebbero forse avere una saturazione dei colori anche troppo elevata ma a noi di Genial Drone non dispiace affatto e la stessa cosa è stata affermata da diversi fotografi di professione a cui abbiamo fatto provare il drone.
Abbiamo poi trovato davvero molto comoda la possibilità di sollevare il carrello una volta che il drone si è ormai sollevato da terra: in questo modo non si soffre di impedimenti alle inquadrature e si potrà essere liberi di fare eseguire alla videocamera tutte le rotazioni che vogliamo, anche complete a 360 gradi.
BATTERIA ED AUTONOMIA:
La batteria di bordo del Typhoon-H è una Li-Po da 5400mAh 4S. Con questa batteria la macchina ha un’autonomia di volo dichiarata di 25 minuti ma che in presenza di vento sostenuto e con manovre continue si riducono a circa 22-23. La velocità massima è di circa 19,4 m/s. Non disponiamo purtroppo dei dati circa la velocità del vento che il drone riesce a sopportare senza essere spazzato via, cosa che dovrebbe sempre essere specificata su droni professionali.
PESO:
Il Typhoon H pesa 1,9Kg. (Con il modulo Intel RealSense circa 2,06Kg).
Una differenza importante, almeno in Italia, poichè il velivolo sotto i 2kg potrebbe essere approvato per le operazioni critiche standard in fascia “S1” senza terminatore. Mentre superando i 2Kg il terminatore è obbligatorio in quanto si passa in fascia “S2”.
Considerando ambedue i pesi, con il drone sarà possibile ottenere l’autorizzazione per gli scenari critici standard S1/S2 (in scenario urbano), “S4” (in cantieri o infrastrutture lineari) o “S6” (per riprese cinematografiche in area extraurbana).
CONCLUSIONI:
Questo drone è davvero un’ottima macchina professionale; non è certo economico ma in questa fascia NON esistono e forse non esisteranno mai tali droni perché la qualità costa. Non staremo a puntualizzare i PRO e i CONTRO perché leggendo la nostra prova, il lettore avrà sicuramente comprese le varie caratteristiche. A noi di Genial Drone, comunque, questo modello è piaciuto tantissimo e siamo assolutamente certi delle sua prestazioni professionali.
Ho acquistato questo drone per fare foto principalmente e inizialmente ero indeciso se prendere il Phantom o questo modella della yuneec e per ora non mi pento della mi scelta. Il drone è molto stabile in volo ed estremamente facile da pilotare, i vari aiuti come la funzione obstacle avoid aiutano molto anche se il funzionamento tramite sonar risulta un pò “antiquato”, dotato della funzione Come Home, follow me e watch me, molto utile per chi vuole fare foto da angolazioni particolari con il minimo sforzo. La risoluzione della camera è molto buona anche ad un’altezza di 60 m, tra l’altro molto stabile in volo e facile da manovrare. Gli unici contro possono essere sicuramente l’ingombro del trasporto poiche a differenza del Phantom non può essere indossato a mo’ di zaino ma d’altra parte rispetto al pianto possiede già nella dotazione di base lo schermo sul radiocomando ( nel caso del Phantom va acquistato a parte). La batteria ha un’autonomia di circa 23 minuti, per chi intende fare set fotografici o comunque necessita di una maggiore autonomia di volo consiglio di comprare una batteria extra, il tempo d’attesa per la ricarica è di circa 3 ore -4. Insomma lo consiglio per chi vuole tenersi sui 800/900€, sicuramente un prodotto eccellente per questa cifra.